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Immagine del redattoreAlex Borsci

Ancora tuona il cannone

Pochi giorni fa a Livorno un bambino, appena dodicenne, al motto di “𝗘𝗯𝗿𝗲𝗼 𝗱𝗲𝘃𝗶 𝗯𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗶” è stato sputato e preso a calci e pugni.

A Roma il 15 gennaio scorso Simone Baroni, noto coreografo e imprenditore ventisettenne, è stato picchiato da un branco di ragazzi perché ”𝗡𝗼𝗻 𝗹𝗼 𝘃𝗲𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗳𝗿𝗼𝗰𝗶𝗼”.


Il 27 dicembre scorso a Lecce un ragazzino disabile è stato picchiato e scaraventato giù per la scalinata di una chiesa fra le risate del branco.


Fra il 2008 e il 2020 i casi ufficiali in Italia di discriminazione e razzismo sono stati 7426.

Settemilaquattrocentoventisei volte in cui qualcuno è stato offeso, minacciato, insultato, picchiato o ucciso solo per la sua appartenenza ad una minoranza.


Dal 2013 ad oggi sono state 1370 le vittime di aggressioni per omofobia. 26 di questi sono stati ammazzati. Solo per l’orientamento sessuale.


Ha poco senso commemorare le vittime dell’Olocausto ogni 27 gennaio se non ci vomitiamo addosso quello che continua ad accadere intorno a noi da quel 1945.


È con la nostra indifferenza che seguitiamo ad alimentare quei treni, ad acuire lo stridio sui binari della violenza.


Oggi come ieri il mondo resta un posto meraviglioso, gli uomini un po’ meno.


“𝘈𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘵𝘶𝘰𝘯𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘯𝘰𝘯𝘦

𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘵𝘰

𝘥𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘨𝘶𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘷𝘢 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘢

𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘤𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰.

𝘐𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘢̀

𝘤𝘩𝘦 𝘭'𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘢̀ 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘳𝘢𝘳𝘦

𝘢 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘮𝘮𝘢𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦

𝘦 𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘦𝘳𝘢̀.”

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